
Con 1,08 mld si punta a finanziare almeno 20 infrastrutture di ricerca, vale a dire impianti, risorse e relativi servizi usati dalla comunità scientifica per compiere ricerche in più discipline. 500 milioni invece saranno destinati alla realizzazione o all’ammodernamento di almeno 10 Infrastrutture tecnologiche di innovazione con l’obiettivo di favorire una stretta integrazione tra imprese e mondo della ricerca.
INFRASTRUTTURE DI RICERCA
Il bando ha come presupposto il Piano Nazionale Infrastrutture di Ricerca 2021-2027 (PNIR), documento strategico che ha individuato le infrastrutture con diversi livelli di priorità per il Paese, sia già esistenti sia ancora da realizzare.
La dotazione finanziaria di 1,08 miliardi di euro è stata ripartita in base alle aree tematiche indicate nel PNIR che hanno come riferimento le prassi della Roadmap ESFRI (European Strategy Forum on Research Infrastructures), tra cui 200 milioni per “Health and Food”.
Le infrastrutture di ricerca coinvolte sono quelle del PNIR e potranno presentare domanda di partecipazione i soggetti pubblici (Enti pubblici di ricerca ed Università), sia in modalità singola sia in partenariato.
Le domande di finanziamento, che non dovranno essere inferiori a 15 milioni di euro e che potranno essere rimborsate fino al 100%, dovranno riguardare o il potenziamento di infrastrutture di ricerca già presenti nel PNIR e indicate a priorità alta, o la creazione di nuove infrastrutture sempre presenti nel PNIR e indicate a priorità alta e media, o la creazione di reti tematiche o multidisciplinari di infrastrutture di ricerca esistenti.
Le proposte progettuali dovranno essere presentate esclusivamente attraverso la piattaforma informatica GEA del Ministero dell’università e della ricerca, a partire dalle ore 12 del 31 gennaio e fino allo stesso orario del 28 febbraio 2022.
I progetti, dopo l’istruttoria formale-amministrativa da parte del ministero, seguiranno una fase di valutazione tecnico-scientifica, condotta da sei Panel di Valutazione – uno per ogni Area ESFRI – composti da esperti tecnico-scientifici, seguita, per i progetti valutati positivamente, dalla negoziazione gestita da rappresentanti del MUR affiancati da un referente del MEF e coinvolgendo anche i coordinatori dei sei Panel di valutazione.
La durata del progetto è di 30 mesi a partire dalla sottoscrizione dell’atto d’obbligo, con proroghe eventualmente concesse dal ministero ma senza andare oltre il 31 dicembre 2025.
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INFRASTRUTTURE TECNOLOGICHE DI INNOVAZIONE
Il bando ha come obiettivo il rafforzamento e il completamento della filiera del processo di ricerca e innovazione, potenziando i meccanismi di trasferimento tecnologico, incoraggiando l’uso sistemico dei risultati della ricerca da parte del tessuto produttivo, sostenendo la diffusione di un approccio trasformativo all’innovazione, anche attraverso la mobilitazione di competenze e capitali privati e l’introduzione di modelli gestionali innovativi. Le infrastrutture tecnologiche di innovazione – per le quali devono essere presentate domande con costi ammissibili tra i 10 e i 20 milioni di euro nel caso di interventi di ammodernamento e tra i 20 e i 40 milioni se nuove realizzazioni – devono avere preferibilmente carattere multifunzionale.
Le proposte progettuali possono essere presentate da enti e istituzioni di ricerca vigilati dal MUR, dai soggetti inseriti nella sezione “Enti e Istituzioni di ricerca” dell’elenco delle amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato, da università e scuole superiori a ordinamento speciale istituite dal Ministero che dovranno, però, obbligatoriamente avvalersi del contributo di soggetti privati che cofinanzino l’iniziativa attraverso operazioni di partenariato pubblico-privato: i finanziamenti arriveranno fino a un massimo del 49% delle spese ammissibili. I proponenti potranno presentare le proposte progettuali, esclusivamente attraverso la piattaforma informatica GEA del Ministero dell’università e della ricerca, a partire dalle ore 12 del 26 gennaio e fino allo stesso orario del 10 marzo 2022.
La valutazione delle proposte progettuali avverrà in due distinte fasi. La prima, di natura tecnico-scientifica, sarà affidata a gruppi istruttori composti da esperti, italiani o stranieri, individuati da un panel selezionato dal Comitato nazionale per la valutazione della ricerca (CNVR) e integrato da un rappresentante del Mise. La seconda, di natura negoziale, sarà condotta da una Commissione formata da un rappresentante del MUR, da uno del MEF e da un rappresentante del Panel.
Le iniziative dovranno durare 3 anni, con proroghe eventualmente concesse dal ministero ma senza andare oltre il 31 dicembre 2025.
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